Chi siamo

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Alcuni allievi del dott. Volpi, suoi collaboratori in équipe al momento della sua morte, hanno tenuto in vita questo centro sostenendo, con lavoro volontario, la cura dell’archivio e dei casi clinici in corso.

Pur mantenendo rapporti di comunicazione e collaborazione con altri allievi del dott. Volpi, sia singoli sia appartenenti ad aggregazioni da essi fondate, i soci del C.I.R.S.O.P.E. hanno dedicato il loro impegno soprattutto all'applicazione delle ultime modalità di lavoro da lui messe a punto, quelle del lavoro insieme ai genitori per il ripristino dell’identità dei figli.

Il centro

Il ritorno alle origini

La specificità della preparazione necessaria per l’articolazione di questo complesso approccio in équipe, che si declina sui versanti clinico e psicoeducativo, ha costituito un forte richiamo per noi a tornare frequentemente alle fonti, all'origine delle innovazioni proposte dal dottor Volpi in psicanalisi.

  • psicologa per l'infanzia

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  • sedute psicologiche

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Reperibilità delle fonti

Da qui l’idea di rendere le fonti bibliografiche non solo elencate e reperibili in rete, ma progressivamente accessibili anche in lingua inglese, affinché molti studiosi dei rapporti familiari, nel mondo, possano consultarle, così come aveva cominciato a fare il dottor Volpi stesso.

Resta inteso che per l’apprendimento pratico è necessaria la formazione psicanalitica personale, a partire dall'analisi attraverso il rapporto col proprio genitore omologo, e la paziente pratica della supervisione.


La responsabilità di intraprendere la presente iniziativa è dei soci iscritti al C.I.R.S.O.P.E..

L’esecuzione, come ogni atto formale, è affidata all’attuale direttrice, dottoressa Giovanna Camana.

Camana Giovanna Curriculum professionale

Nata il 27-11-1943 a Mirandola (MO), laureata in psicologia presso l’Università degli studi di Padova nel 1984, membro dal 1981 del Centro Studi di Psicoterapia e Psicodinamica dell’Educazione, diretto dal dott Vittorio Volpi. Lavoro come psicanalista dal 1985 secondo il metodo messo a punto presso codesto Centro, che ha preso poi il nome di Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione. Costantemente impegnata nella ricerca e confronto con altri approcci di carattere psicologico, personalmente esperiti, tra cui la programmazione neurolinguistica con Bandler, Grinder e Dilts nei loro primi interventi in Italia, e la prospettiva junghiana con la dott.ssa Mariella Loriga. Ho privilegiato tuttavia l’applicazione costante e l’approfondimento del metodo di lavoro del dott Volpi.


Ho svolto perciò attività di lavoro clinico con singoli, coppie, famiglie; ho partecipato e guidato lavori in équipe per situazioni complesse, sia famigliari che relative a interventi in scuole e svariate aggregazioni. Partecipai anche alla fondazione di una delle due cooperative sociali nate nell’ambito delle attività promosse dal dott. Volpi (cooperativa Cairos, in seguito chiusa). Ho condotto la formazione di operatori, distinguendo e articolando, nell’ambito della ricerca operativa proseguita negli anni, i modi di applicazione e di approfondimento in relazione alle diverse competenze e ruoli socialmente riconosciuti, psicologici e non (cioè assistenziali ed educativi in senso lato) dedicandomi, dopo il 1998, in particolare al campo clinico e all’applicazione della prospettiva del lavoro con i genitori per il ripristino della salute mentale dei figli. Alla morte del dott Volpi, infatti, insieme alla dottoressa Maria Grazia Palestra, allieva del dottor Volpi e socia del C.I.R.O.P.E.,ho costituito un’équipe di lavoro per la presa in carico di figli con problemi d’identità attraverso il lavoro psicanalitico insieme ai loro genitori, dando continuità al lavoro d’équipe da lui iniziato.


Ho partecipato, come relatrice e conduttrice, a varie giornate di studio promosse dal centro di cui sopra, e come relatrice a convegni regionali e nazionali promossi da altre organizzazioni.

Ho collaborato alla redazione della rivista Analisi Psicologica fino al 1990.

Dal 1998, alla morte del dott. Volpi, ho assunto la direzione del Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione con l’intento di contribuire alla continuità della linea da lui tracciata, anzitutto in campo strettamente clinico e clinico-psicoeducativo, e in subordine all’applicazione di strumenti psicanalitici orientati all’educazione e alla prevenzione. Tutto ciò a partire dal riscontro della potenzialità dei rapporti primari e dall’orientamento all’avvalersi del rapporto col genitore omologo come strumento di conferma dell’identità personale.

Maria Grazia Palestra Curriculum 

Ho iniziato la mia analisi psicologica, alla presenza di mia mamma, dal dott. Vittorio Volpi, fondatore e responsabile del Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nel campo della Psicanalisi e dell’Educazione, di corso Magenta – e poi via de Amicis 40 – nel maggio 1980.


Dal 1973 lavoravo alle dipendenze dell’amministrazione provinciale di Como in qualità di assistente sociale, da cui, in occasione della riforma sanitaria, fui trasferita nel 1981, all’USSL di Como.


Nel settembre 1982, oltre a proseguire l’analisi personale, mi iscrissi alla sua formazione per svolgere nel migliore dei modi la mia attività professionale.

Aderendo in quegli anni ad alcune attività del centro di ricerca, partecipai alle seguenti iniziative:


  • dal 30.12.1983 al 3.1.1984 al corso residenziale di psicanalisi svoltosi a Bannio Anzino (Valle di Macugnaga, VB) avente come programma:”L’approccio dell’operatore sociale, psicologo, medico, analista, psicologo individuale e di équipe, alla psicosi e alla depressione grave”;
  • dal 28.12.1984 al 1.1.1985, al corso residenziale sul “Trattamento delle tossicodipendenze” sempre svoltosi a Bannio Anzino (Valle di Macugnaga, VB) con una relazione dal titolo: ”L’approccio dell’assistente sociale alle dinamiche delle famiglie con figli adolescenti problematici”, pubblicato sul n. 4 dell’aprile 1984 della rivista “Analisi psicologica”;
  • dal 3 al 7 aprile 1985 al corso residenziale sempre nella stessa località, sul tema: ”L’adolescenza: normalità e patologia”, con due relazioni:
  1. ”Il lavoro psicanalitico delle assistenti sociali in caso di “crisi adolescenziale”: la raccolta della richiesta. Il primo colloquio, gli interventi con i famigliari, casistica";
  2. “l’approccio dell’assistente sociale alle difficoltà con la famiglia con adolescenti problematici (fuga da casa, comportamenti asociali, tossicodipendenze)";
  • l’8.3.1987 alla giornata di studio: ”La psicanalisi negli enti pubblici”, tenutasi presso il Palazzo delle Stelline di Milano con una relazione dal titolo: ”L’uso di strumenti psicanalitici nel lavoro degli assistenti sociali”.


Nel marzo 1989, dopo le dimissioni volontarie dall’USSL di Como, lavorai presso la cooperativa sociale C.A.I.R.O.S. (allora in via Edolo 5, Milano), (rimando, per illustrare l’attività della cooperativa al n. 8 della rivista “Analisi psicologia” del 1998, dove è stato pubblicato il programma delle 5 serate – a cui partecipai come relatrice – sulla preadolescenza che la cooperativa organizzò nel 1989 presso la scuola media “Ferrario” di Agrate Brianza); nel 1993 passai alla cooperativa Psynergie, dapprima in via Meravigli, infine, fino alla sua liquidazione, in via C. di Rienzo 35. Qui mi occupai, in particolare della formazione – e relativa supervisione – degli operatori che prestavano la loro attività presso i due centri della cooperativa stessa frequentati da minori psicotici.

Fu in quel periodo l’intervento della durata di 3 anni, presso l’istituto Solari di Fidenza rivolto, sia alla formazione degli insegnanti, sia alla presa in carico degli allievi problematici segnalati dai professori, sia a favorire, attraverso una serie di incontri con i genitori, la loro comprensione riguardo i problemi legati all’adolescenza dei loro figli.

Sono gli anni che mi vedono occupata anche in iniziative organizzate dalla cooperativa a favore della terza età, in collaborazione col Comune di S. Fermo della Battaglia (Como) e col Comune di Lipomo (Como).

Dopo la liquidazione della cooperativa, avvenuta nel 2002, in quanto ogni socio trovava un proprio itinerario specifico da seguire, svolgo l’attività di psicologa come libera professionista in quanto nella sessione primaverile del 1998, godendo dell’ex art. 34, ho potuto sostenere l’esame di stato presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma.

In questi anni ho sempre collaborato – sia nello svolgere l’attività di sostegno per i genitori con figli in difficoltà, sia nell’aiutare i figli attraverso opportuni colloqui a recuperare il rapporto col loro genitore omologo – secondo le modalità messe a punto dalla ricerca scientifica del C.I.R.S.O.P.E. (di cui sono socia) – coi colleghi della medesima formazione e in particolare con la dott.ssa Giovanna Camana che, alla morte del dott. Volpi, assunse la direzione del centro. In questo ambito ho svolto soprattutto, la mansione di operatore specializzato per le sedute psicoeducative dei figli con i loro genitori omologhi alla presenza dell’altro genitore secondo la procedura messa a punto dl dott. Volpi fino al 1998.

I principi che ispirano la mia attività e il metodo in essa applicato, possono essere desunti, oltre che dai miei numerosi interventi sulla rivista “Analisi psicologica”, anche dalle relazioni presentate alle ultime giornate di studio organizzate dal C.I.R.S.O.P.E. e dalla cooperativa sociale Psynergie al Palazzo delle Stelline di Milano, corso Magenta.

Nella prima giornata – 6-7-8 dicembre 1997 – “La causa della malattia psichica nei bambini e negli adolescenti – come si previene, come si cura, come si guarisce”, presentai una relazione dal titolo: "Un padre risana il figlio istituzionalizzato con l’aiuto di strumenti psicanalitci ed educativi”, nella seconda giornata – 25-26 aprile 1998 – “Dalla malattia alla salute mentale nei bambini e negli adolescenti – gli strumenti per la prevenzione e per la guarigione”, presentai una relazione dal titolo: ”Il ripristino della capacità genitoriale, a tutela della salute psichica dei figli, obiettivo primario nell’assunzione in carico di casi complessi”.


In questi anni, inoltre, quando la condizione mentale delle persone era così grave e complessa da impedir loro di poteri presentarsi in studio, mi sono specializzata, avvalendomi della collaborazione dei famigliari, negli interventi domiciliari.

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